L’atteso concerto milanese del boss, unica data italiana di questa prima parte del tour che promuove, se ce ne fosse bisogno, il nuovo cd ‘Magic’ è, come al solito, un tutto esaurito. La E Street Band non è al completo, i problemi di salute di Danny Federici non si sono risolti quindi è stato sostituito da Charles Giordano, il tastierista già apprezzato nei concerti del tour precedente dedicato alle ‘Seeger Sessions’. Anche la violinista Soozie Tyrrell è ormai membro ufficiale della band con violino e chitarra mentre Patti Scialfa è rimasta nel New Jersey, ma non se ne sente granché la mancanza. Il concerto parte a tutta birra con ‘Radio Nowhere, annunciando un concerto tiratissimo, senza molte parole tra un brano e l’altro, solo il tempo per alcune osservazioni (in un buon italiano) sui testi più ‘impegnati’. Il suono è dominato dalle tre chitarre, con Bruce e Little Steven a rappresentare l’energia pura e Nils Lofgren a riempire sapientemente di note tutti gli spazi rimasti.
Il pianoforte di Bittan è forse un po’ sacrificato ma si riprende il ruolo nei brani più vecchi della scaletta: da ‘She’s The One’ a ‘Incident on 57th street‘ passando per ‘Thunder Road’ e ‘Adam Raised A Cain’. Gli altri membri della band, Max Weinberg e Garry Tallent, sono le solide fondamenta di questo gruppo che offre qualche sponda alle critiche solo nella figura carismatica di Clarence Clemons, apparso un po’ affaticato durante i suoi roboanti pur se limitati assoli. I brani dell’ultimo album che meno avevano convinto su disco traggono invece giovamento dalla dimensione live a partire dall’ottima title track fino alla scanzonata e solare ‘Girls In Their Summer Clothes’. Il gran finale, dopo due ore mezza di musica, arriva con una splendida versione di ‘American Land’, il brano dedicato ai migranti che hanno costruito , con i proverbiali ‘sangue, sudore e lacrime’ una terra piena di sogni e contraddizioni che Springsteen racconta perfettamente nelle sue canzoni da trent’anni a questa parte. (Fausto Meirana)
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