Ereticamente: Talking Heads + Brian Eno stanno ad Arcade Fire + James Murphy. Per sostenere tale affermazione bisogna necessariamente fare un passaggio culturale: quando i TH emisero Remain In Light con BE, tanti si incazzarono e parecchio dicendo che erano diventati funky etc...e poi secoli dopo il disco viene ancora considerato un capolavoro. Orbene, questo degli Arcade Fire sarà un disco spartiacque (e ce ne fossero): chi li ha sinora amati probabilmente li manderà a farsi friggere e chi invece li ascolterà con virginale purezza e senza preconcetti troverà in Reflektor parecchie occasioni per farsene alfiere. Già l'uscita di Reflektor, con i suoi 7 minuti e rotti di dance (solo apparente) aveva incuriosito i più per la partecipazione di Bowie (che si senticchia ma solo stando molto attenti) e che già aveva pubblicamente dichiarato il suo incondizionato amor per la band canadese.
Dicevo all'inizio, gli Arcade Fire si sono affidati per la produzione a James Murphy (deus ex machina LDC Soundsystem) il quale li ha letteralmente spogliati di ogni orpello indie rock e ne ha fatto una band universale perchè, diciamolo, si balleranno in tutto il pianeta. E già, si balleranno perchè qui di musica dance (raddrizzateli quei nasi) ce nè assai e pure di influenze frutto dell'intelligenza sonora di Murphy (caraibi, dub, glam...) tanto che qualche illuminato ci coglierà persino richiami a Sandinista. L'impressione è che gli Arcade Fire abbiano realizzato il loro disco più intelligente, coraggioso e, per qualcuno, commerciale (?) che rischia fortemente di diventare un commerciale suicidio... ma il tempo gli darà ragione e di quest'album se ne parlerà, e pure tanto, negli anni a venire, quindi, cari commercianti, non temete le rese... (Marcello Valeri)