Per le famose sorelle folk Rachel e Becky Unthank le ‘Diversioni’ sembrano essere divenute, a dispetto della sigla, un percorso che corre parallelo alla discografia principale. Dopo il volume dedicato alle canzoni di Antony e Robert Wyatt e quello insieme a una banda di ottoni, Songs From The Shipyards è ancora una volta un lavoro a tema, associato a un documentario sui cantieri navali dell’Inghilterra settentrionale. L’approccio è come sempre serio senza risultare accademico; il molto talento, il molto studio delle fonti e la molta cura dei dettagli restano dietro le quinte, mentre chi ascolta si trova di fronte a una modalità del tipo ‘storie vecchie e nuove raccontate davanti al caminetto di casa’. A stupire è soprattutto la fascinosa naturalezza di due voci uguali-diverse che si allontanano, si riprendono, dialogano, si confrontano (un po' come Anni-Frid e Agnetha degli Abba, per fare un paragone ardito).
Un esempio da manuale di questo approccio è rappresentato dalla canzone più nota in scaletta, Shipbuilding di Elvis Costello e Clive Langer, dove le parti cantate a incastro (c’è anche la voce maschile di Adrian McNally ) rendono perfettamente la tragica domanda che fa da sfondo al testo: la guerra che darà lavoro ai nostri cantieri ucciderà i nostri figli? (Antonio Vivaldi)