Si parla molto poco di Sidney Bechet e della sua importanza nello sviluppo del linguaggio solistico del jazz, probabilmente paragonabile a quella del suo concittadino e coetaneo Louis Armstrong. Ben venga allora questo omaggio di Dave Liebman e del chitarrista John Stowell (al secondo disco insieme dopo "Blue Rose" del 2013) a uno dei musicisti più importanti del secolo scorso, ideale ponte tra Stati Uniti ed Europa, dove soggiornò a lungo fino a stabilirvisi definitivamente. Chi conosce Liebman come torrenziale improvvisatore (il disco pubblicato lo scorso anno insieme a Joe Lovano, "The Music of John Coltrane") o come frequentatore dell'avanguardia (il recente "The Unknowable" per RareNoise) potrebbe rimanere sorpreso dalla sinuosa languidezza del suo soprano che quasi indugia sulla chitarra soave di Stowell (che a tratti sembra evocare le magiche melodie di Django Reinhardt). "Petite Fleur", forse la più celebre composizione di Bechet, sorta di 'chanson', è interpretata tre volte, insieme e da entrambi in solitudine; c'è "Summertime", con Liebman che introduce il tema al flauto (molto lontano dalla storica versione dell'8 giugno 1939 con il soprano di Bechet quasi trasfigurato in voce umana), c'è "Creole blues", c'è "Si Tu Vois Ma Mere", scelta da Woody Allen per aprire "Midnight In Paris". C'è soprattutto l'anima di Sidney Bechet, impeccabilmente rievocata. E assolutamente da riscoprire, anche in originale. (Danilo Di Termini)