Dopo Morgan (impresentabile) e Renga (filologico), il songbook dell'Italia spensierata del boom viene preso in consegna da Mike Patton. Non si può parlare di sorpresa se già coi suoi Mr.Bungle rivisitava "24.000 Baci" e se da un paio d'anni si esibiva con un'orchestra nel repertorio che sarebbe diventato "Mondo cane". Il rispetto e a tratti l'affetto sono quasi commoventi ("Che notte" swingato alla Louis Prima, "20 km al giorno" del mai troppo compianto Arigliano); altrove il giusto distacco dall'icona originale permette di giocare con dissacrante ironia ("Senza fine", "Urlo negro" che non dispiacerebbe a Freak Antoni). Con grande sprezzo del ridicolo non si preoccupa di "Scalenatella", in un napoletano peraltro migliore di quello di Mina. Cantanti di casa nostra, mettetevi in fila, prego. (Danilo Di Termini)
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