Trixie è la figlia del chitarrista e songwriter americano Chris Whitley, scomparso una decina d’anni fa. Nata in Belgio, risiede da tempo a New York e, nonostante non abbia ancora raggiunto la trentina, ha già collaborato con nomi eccellenti come Marc Ribot, Robert Plant, Marianne Faithfull, Joe Henry e molti altri. Porta Bohemica è il suo terzo disco, dedicato ad un treno che attraversa l’Europa Continentale, forse un omaggio al luogo di nascita, ed è il suo progetto più riuscito. I nove brani sono dominati dalla voce sensuale della Whitley, una vera soul singer che cimenta anche con chitarre, piano e batteria. Se il distributore italiano parla di una collezione di potenziali singoli, bontà sua, ma in realtà non tutti i brani possiedono questa forza; il contenuto è sempre di alto livello, specie nelle ballate come Closer, Eliza’s Smile o la conclusiva The Visitor, ma il brano che più di tutti svetta nella selezione, Soft Spoken Words, è l’unico che riesce a far alzare gli occhi dalla copertina, e non è cosa facile! (Fausto Meirana)