Chissà cosa hanno di tanto brutto questi anni duemila (10) se appena un musicista ha un po’ di successo (o di denaro) corre a rinchiudersi in una bolla di realtà virtuale che rimanda (o ricalca) un passato più o meno lontano. Guardate Jack White che insegue il blues delle origini; guardate i LSP (Alex Turner di casa Arctic Monkeys e Miles Kane di casa Mile Kane) che, britannici trapiantati a LA, si calano in una fantasia jamesbondiana tutta archi sontuosi e ballate di velluto. Come se fosse il 1963, quello vero. Le canzoni non sono male (ottima, come spesso accade, l’apertura con Aviation), gli arrangiamenti sono curati. Quel che più colpisce, però, sono le (rare) deviazioni; l’essenza di questo disco è dichiaratamente nostalgica. In conseguenza, il suo pubblico di riferimento sono i nostalgici. Anni 2000 o non anni 2000. Il progresso è un’altra roba. (Marco Sideri)