C’è un senso di (piacevole) resa nel parlare (bene, come vedrete) del nuovo disco delle Breeders nel 2018, a 25 anni circa da quando un disco delle Breeders poteva considerarsi “nuovo”. Sono, queste di All Nerve, belle canzoni staccate da ogni contesto culturale o sociale (o estetico, perfino); sono ricordi di altre culture (quella “alternativa” di metà anni ’90) buttati nella baraonda odierna. E quindi per venire al punto: Kim Deal e compagnia sanno scrivere canzoni e qui si sente; sanno anche arrangiarle e sporcarle e renderle personali (e qui si sente); sono a proprio agio nella melodia della ballata come nella distorsione della chitarra. Non c’è nulla che non vada in All Nerve. Solo è strano percepire come classico (nel senso del country, per dire) un modo di fare musica che fu anti-classico. La rilevanza è andata, le canzoni restano. (Marco Sideri)