Sul sito dell’etichetta Cuneiform, l’ultimo lavoro di una delle molte personificazioni di Rob Mazurek (il progetto gemello Chicago Underground, il gruppo con Pharoah Sanders, Pharoah and the Underground, l’Exploding Star Orchestra) è catalogato come Jazz / Tropicalia / Electronic / World / Psychedelic / Post-Jazz. Sembrerebbe una recensione sufficiente, non resta che provare a spiegare come il cornettista di Chicago sia arrivato così lontano: un soggiorno di sei anni in Brasile, l’incontro con musicisti locali e dopo quattro album l’approdo a questa formazione, un trio espanso a quartetto con Mauricio Takara (batteria e percussioni, cavaquinho, Moog Werkstatt, voce) e Guilherme Granado (tastiere, sampler, percussioni, voce), due protagonisti della Psycho-Tropicalia contemporanea e in sette delle nove tracce con lo svizzero (ma ormai brasiliano d’adozione) Thomas Rohrer (rabeca, flauto, sax soprano, percussioni e voce). Tutti usano elettroniche varie, a cui il leader aggiunge il suono della sua cornetta per una proposta musicale che riesce nelle sue intenzioni, quelle di creare un sound trans-continentale tra Nord e Sud America, Africa e anche la meno prevedibile Asia (“Cambodian Street Carnival”), intimo e universale al contempo, spesso affascinante e immediato, altre volte aggrovigliato e impegnativo (i primi undici minuti dei tredici complessivi di “Falling Down from the Sky Like Some Damned Ghost”, tempesta sonora che si scioglie in un rasserenato finale). Il primo ascolto può affascinare o disturbare e al secondo può capitare esattamente l’inverso; ma non a caso il disco si chiama ‘Canti invisibili’: il rischio è non vederli per cui alla scrupolosa classificazione da cui siamo partiti conviene aggiungere ‘Astenersi perditempo’. (Danilo Di Termini)