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Rock Recensioni MOTORPSYCHO AND STÅLE STORLØKKEN - The Death Defying Unicorn
 

MOTORPSYCHO AND STÅLE STORLØKKEN - The Death Defying Unicorn MOTORPSYCHO AND STÅLE STORLØKKEN - The Death Defying Unicorn Hot

MOTORPSYCHO AND STÅLE STORLØKKEN - The Death Defying Unicorn

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Titolo
The Death Defying Unicorn
Anno
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Qualcuno ha scritto che il titolo è "degno dei peggiori Genesis": deve essere di quella folta pattuglia che come paventa odore di prog si fa venire ascessi e attacchi di panico, un po' come era successo anche a Bonfanti, quando fece uscire The Cardinal Points And Other Short Tales. Tranquilli gli amanti di chitarrine, chitarrone e soavità pop: il prog non c'entra un granché con i nordici Motorpsycho. Se invece pensate a una positiva "attitudine", ovvero prog come spinta ad andare sempre oltre, siamo sulla buona strada: perché questo doppio cd, ad ogni ascolto successivo (ed è un ascolto complesso: non sono ammesse distrazioni o sottofondi distratti si rivela come opera complessa, stratificata, pensata dal primo secondo all'ultimo. Intendiamoci, non che i Motorpsycho non abbiano già tentato il magnum opus: giusto un paio d'anni fa era uscita una (ri)edizione quadrupla (!) di Timothy's Monster. Ma qui siamo in tutt'altre latitudini: a cominciare dal fatto che il lavoro, nel titolo, è intitolato anche a Storløkken, già con i magnifici Supersilent. E poi c'è la Trondheim Jazz orchestra, e i Tondheimsolistene. Quindi: un pieno totale di archi, fiati, tastiere affiancati all'ossatura pervicacemente "rock" dei nostri. Va da sé che i brani sono dilatati ogni limite, va da sé che dovete aspettarvi la contorsione di un immane animale elettrico che mette in conto i Black Sabbath e la California più acida che vi ricordiate, le unghiate frippiane e certe aperture jazzistiche che avrebbero potuto concepire Don Ellis o Frank Zappa. E che la pesantezza estrema del tutto è compensata da parecchie oasi sonore (anche orchestrali) di felpata leggerezza, come se Brian Wilson e Robert Wyatt avessero benedetto il tutto. Un rompicapo che non si lascia ingabbiare: ma un gran bel rompicapo, dai norvegesi. Che non lascerebbe quindi intravvedere nessuna mossa ulteriore. O già matura qualcos'altro? (Guido Festinese)

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