Finalmente un nuovo disco per Marco Cambri, a ben quattordici anni dall’introvabile “A Curpi de Pria” (a quando una ripubblicazione, maestro?) e a quattro dal semiclandestino “Vivo”, venduto per lo più ai concerti. La dozzina di brani è ormai conosciuta dal pubblico, visto che nei suoi concerti queste canzoni vengono proposte da un po’ di tempo. Ciò non toglie che sia bello avere in mano un disco così pregiato per veste grafica e contenuti artistici. Le canzoni in dialetto genovese di Cambri, sempre incentrate su personaggi e storie dal sapore antico, descrivono luoghi, paesi e ambienti che ognuno di noi può aver conosciuto o almeno sentito raccontare. La sua scrittura, altamente poetica (e in più, nella nostra difficile ‘lingua’) tocca qui nuovi vertici, come in Ægua do Bronzin o in Passo, ma anche nuove leggerezze, come nella spumeggiante Che Rìe.
C’è anche uno sconfinamento nella piemontese Val Borbera, in un’originale celebrazione del fiume omonimo… In Særa i Euggi Marco Cambri è accompagnato da alcuni dei migliori musicisti genovesi, come i fidi Marco Cravero e Fabrizio Padoan, Filippo Gambetta, Marco Fadda e molti altri. La bella e semplice copertina riproduce un acquerello di Simona Ugolotti, anche lei, come Marco, artista da scoprire. (Fausto Meirana)