Il primo gruppo australiano a firmare per la Sub Pop suona ben poco australiano, quantomeno a livello paesaggistico. Qui non ci sono gli spazi immensi e desolati evocati dai Triffids o dai Drones, piuttosto luoghi montani, isolati e parecchio americani secondo la lezione di Fleet Foxes e Bon Iver. Non a caso, una delle principali critiche rivolte a Forever So è quella di proporre un suono derivativo e risaputo, un freak folk senza troppa inventiva. È tutto vero, ma è anche vero che rispetto ai personaggi citati, gli Husky si mostrano più fluidamente pop (grazie anche alla produzione di Noah Georgeson) e persino più bravi nello scrivere canzoni dal fascino sottile e subito coinvolgente come History’s Door, The Woods e Animals & Freaks. E poi Husky Gawenda spesso canta come il Paul Simon anni ’70 e la cosa non dispiace proprio. (Antonio Vivaldi)