La Westbound Records, attiva a Detroit dal 1968 al 1979, nonostante i primi album dei Funkadelic, qualche successo nell’epoca disco con Ohio Players, Fantastic Four (“Night People) e C.J. & co. (“Devil’s Gun”) e pur con una coppia di produttori come Dennis Coffey e Mike Theodore (il primo album di Rodriguez del 1970 era opera loro), non ha mai raggiunto lo status della sua concittadina Motown, ma neppure quello più circoscritto di etichette di genere come Salsoul o Philadelphia. Oltre agli artisti citati poteva contare anche sui Detroit Emeralds, gruppo vocale formato da Ivory e Abrim Tilmon ai quali si era aggiunto, dopo la dipartita di altri due fratelli, l’amico d’infanzia James Mitchell. Raggiunto il Michigan dall’originario Arkansas, i tre erano approdati all’etichetta con un album che nel 1971 aveva piazzato tre singoli nella Billboard Hot 100. L’anno dopo è la volta di “You Want It, You Got It” (in copertina una bella ragazza e una Mercedes, che nella Motor-town doveva suonare come un vero e proprio affronto), con altre tre hit, tra cui "Feel the Need in Me", che resterà il loro successo più limpido, tanto da essere riproposto quattro anni dopo nell’album omonimo, in una versione dilatata da Tom Moulton che lo trasfomerà in pezzone da dancefloor. Ma la compilation si ferma prima - lasciando fuori anche l’ultimo “Let's Get Together” - perché dopo il terzo album “I'm in Love with You”, il gruppo si era preso una pausa tanto che James Mitchell aveva fondato i Floaters (e scritto un enorme successo come “Float on”). Insomma una raccolta che un piccolo sforzo avrebbe potuto essere più completa e mostrare al meglio l’evoluzione di un gruppo non di primo piano ma comunque interessante e che si sarebbe sciolto di lì a poco con la morte a soli 37 anni di Abrim Tilmon. (Danilo Di Termini)