L’atomizzazione della scena musicale contemporanea è tale che un intervallo di sei anni fra un album e l’altro è un vero abisso della memoria. Ma se il nome Death Vessel può anche essere stato dimenticato, la voce da soprano di Joel Thibodeau fa subito riannodare i fili emozionali fra l’oggi di Island Intervals e il 2008 di Nothing Is Precious Enough For Us. Qualcosa però è cambiato. All’epoca Death Vessel si proponeva come accorato progetto alt-folk, mentre oggi la sequenza di canzoni suona trasognata, a volte quasi trasfigurata. Può darsi che sull’ispirazione di Thibodeau abbia influito il paesaggio islandese (il disco è registrato a Reykjavik), ma è più probabile si tratti di un percorso interiore che ha reso i suoni più avvolgenti e, unica controindicazione, i testi più insondabili rispetto a prima. (Antonio Vivaldi)