Il confine tra modello, copia, tributo, replica, ispirazione e plagio è labile ed è, pure, al centro di molta musica degli ultimi decenni. Ci sono dischi (tanti) che guardano indietro in modo spudorato e strafottente. Scegliere quali ascoltare è questione di personalità (dall’autore); unico criterio valido quando il riciclo è pacificamente il linguaggio in uso. Ecco: C Bradley, scovato a imitare James Brown sui palchi polverosi dell’America di serie B, personalità ne ha da vendere. Dopo una vita di ordinarie e profonde difficoltà (recuperate, se vi va, il bellissimo documentario Soul of America, 2011) Charles si è messo a cantare la sua propria versione del soul tradizionale grazie alla benemerita Daptone di NY. Changes è il suo terzo disco ed è bello come i precedenti. Anzi, un filo di più: è un disco dove il passato si fa presente, e manco te ne accorgi. (Marco Sideri)