Se «scrivere di musica è come danzare di architettura» (frase attribuita anche a Frank Zappa, ma non ci sentiamo di accreditarla con certezza), sarebbe inutile anche solo provarci. Ma poiché nessuno rinuncerebbe a parlare d’amore [che pure, se non si esplicita in gesti, parole, opere (e omissioni), sfugge a qualunque enunciazione] mi accingo a scrivere di questo disco che in realtà andrebbe solo ascoltato. Bastano infatti pochi secondi di “Worried Woman”, brano di Bill Frisell che proviene da “Beautiful Dreamer” del 2010, per accorgersi di come “Lebroba” - il titolo è la contrazione di Leland, Brooklyn e Baltimora, i luoghi di nascita dei tre protagonisti – sia una di quelle opere che fin dalle prime note circuisce, ammalia, coinvolge, fino a far sentire l'ascoltatore il quarto membro del gruppo, colui che porta a compimento l’opera (d’arte). La lunga e dialogata suite, composta dal trombettista Wadada Leo Smith, “Turiya: Alice Coltrane Meditations And Dreams: Love” conferma la prima impressione: benché i tre abbiamo incrociato sporadicamente i loro strumenti (Frisell nel precedente ECM di Cyrille’ “The Declaration of Musical Independence”) e mai contemporaneamente, l’interazione è assoluta, come ribadiscono anche “TGD”, libera improvvisazioneco-firmata paritariamente e i due brani del batterista, il blues malinconico che dà titolo al disco e la conclusiva e sognante “Pretty Beauty”. Poco più di quaranta minuti di musica con i tre musicisti all’apice della loro espressività, con una menzione speciale per il leader, inarrivabile nell’intrecciare e tenere insieme le linee espressive di un piccolo autentico capolavoro. (Danilo Di Termini)