22.4.20 Dove si parla di quanto ci manca il rumore di fondo.

Ho cominciato a sentirne parlare negli anni '70, quando compravo le mie prime riviste hi-fi, Stereoplay e Suono. Era l'incubo di noi appassionati che registravamo dagli amici i dischi che non potevamo comprare (cioè, la maggior parte): le piastre, così si chiamavamo i registratori a cassette non amplificati, avevano un rumore di fondo insopportabile. L'arrivo del Dolby, il sistema di riduzione, magari combinato con l'utilizzo delle cassette al cromo (e, nei sogni, della mitica quanto inaccessibile Nakamichi 1000), avrebbe dovuto migliorare la situazione; ma in realtà, almeno per me, il risultato era di rendere il suono fin troppo ovattato. L'arrivo del Compact Disc (preceduto da una pletora di marchingegni che non presero mai piede: l'Elcaset, il Minidisc, il Laserdisc) ci avrebbe finalmente salvato dal rumore? Avremmo scoperto ben presto (e l'annosa querelle tra il suono caldo del vinile e quello freddo del digitale non si è ancora conclusa) che il prezzo da pagare era alto, insopportabile (sempre per me). All'ascolto la musica appariva (e appare) asettica, sterilizzata. Analogamente a quanto cercava di dire Miles Davis ai suoi musicisti di fronte alle partiture di Sketches of Spain di Gil Evans, quando gli chiedeva di «suonare quello che non c'era», con la registrazione digitale sembrava scomparire quello che avrebbe dovuto esserci. Lo teorizzò anche John Cage quando nel 1952 scrisse la celeberrima 4'33", apparentemente quattro minuti e trentatré secondi di silenzio, in realtà costellati dai rumori casuali della sala da concerto e degli spettatori: scricchiolii, respiri, colpi di tosse, bisbigli e così via. In questi giorni di assordante silenzio è chiaro quanto il rumore di fondo faccia parte della nostra vita; e di quanto il silenzio sia rassicurante solo se ne ascoltiamo e riconosciamo le incrinature. Paul Simon l'ha detto meglio di tutti: When my eyes were stabbed by the flash of a neon light / That split the night / And touched the sound of silence. Sipario: il resto è silenzio. (Danilo Di Termini)

 

I DISCHI DI QUESTA SETTIMANA

Miles Davis - Solea

John Cage - 4'33"

Simon & Garfunkel - The Sound of Silence

Chet Baker, Charlie Haden, Enrico Pieranunzi – Silence

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