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BEIRUT: La storia, i testi, le immagini |
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Prendiamo “Nantes”: la voce di Zach ondeggia ariosa sopra questo valzer gonfio, pieno di sfumature pop e di romanticismo fin de siècle. Lo si vede scendere una scala di un vecchio condominio deserto, in un quartiere industriale. Scende i gradini con lo stesso ritmo della canzone e a ogni piano incontra altri musicisti che si uniscono a lui. La sua voce è trasognata e le sue parole ricordano un tempo che non é più: - Ebbene è passato molto tempo, molto tempo ormai / dal momento in cui ho visto il tuo sorriso.
In fondo a questa scala grigia, ritroverà anche la batteria e una sonorità sempre più viscerale, altisonante e trionfale nello stesso tempo. “Sunday smile” è altrettanto intensa, i musicisti si trovano nel cortile interno di un vecchio quartiere, la luce è accecante e la telecamera di Vincent Moon volteggia intorno a Zach, così come gli ottoni, la fisarmonica e l’ukulele:
- le luci si accendono / le luci si spengono / quando le cose non vanno bene /io mi sdraio come un cane che lecca le sue ferite. / Quando mi sento vivo / io provo a immaginare una vita spensierata /un suggestivo mondo dai tramonti mozzafiato
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