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Rock Recensioni P.J. HARVEY - Uh Huh Her (Island 2004)
 

P.J. HARVEY - Uh Huh Her (Island 2004) Hot

ImageMiss Harvey reclama il suo passato oscuro e, come lei stessa anticipò durante un’intervista tempo fa, il nuovo lavoro è quanto di più brutto, sporco e cattivo da “To Bring You My Love” (1995), tutt’ora il più scuro dei suoi album.

Quasi sola in studio, solo rare percussioni e qualche piano vicino alla chitarra, Polly è lontana anni luce dal quasi scintillio amoroso dell’ultimo “Stories From The City Stories From The Sea” (2000). P.J. Harvey pare oggi immersa in un suono cupo, lambito da pieghe di desolazione e di ipnotica frammentazione. Episodi migliori dell’album: “The Letter”, “The Slow Drug”, “Pocket Knife” e l’hendrixiana “Who The Fuck”; unico neo l’autocompiaciuta stonatura vocale in alcuni passaggi. Tosta la signorina, continui così.  (Flavia Ferretti)

 

 

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P.J. HARVEY - Uh Huh Her (Island 2004) 2010-02-09 12:37:38 andrea rainero
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60
andrea rainero Opinione inserita da andrea rainero    09 Febbraio, 2010
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P.J. HARVEY - Uh Huh Her (Island 2004)

"Uh Huh Her" è un lavoro ruvido, con una sonorità minimalista. PJ Harvey in questo lavoro suona tutti gli strumenti, ad eccezione di batteria e percussioni lasciati a Rob Ellis, dando vita a suoni crudi, cupi, ma basati sempre su strutture blues. La Harvey in questo modo, forse, vuole proporci il suo attuale stato d’animo. Questo Album non riporta grandi novità, ma conferma la creatività della cantante inglese, forse una delle più interessanti artiste contemporanee.

Andrea V

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