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Una centrifuga di bei ricordi: pure questo sono le canzoni del secondo album dei Coral. Mentre la vita musicale scorre fra continui revival orchestrati, movimenti neoacustici più o meno fittizi e via discorrendo, i sei ragazzi di Hoylake (Merseyside, zona quasi “beatlesiana”) che compongono il gruppo scelgono con attenzione le emozioni che vogliono affidare ad un album. Sono giovani, giovanissimi, ma la loro “arte” è un tuffo nel ’60 beat, nella psichedelia che fu di Blues Magoos o Barbarians e, nello stesso tempo, non è calligrafica: attraverso pezzi quali “In The Forest” o “Eskimo Lament”, i Nostri paiono dirci che il modo migliore per descrivere rimpianto, amore, perdita e magia, nel cosiddetto mondo pop, è quello che utilizzano loro. Un modo istintivo e lirico, solo per caso così immerso nel passato.
(John Vignola)