Una “storia segreta”, come recita il sottotitolo di questo doppio cd, fatta di lati b e di cover interessanti (fra il mazzo degli autori, nomi come Chuck Berry, Clash, Camper Van Beethoven,Wham!, McCarthy, Burt Bacharach, Guns’n’Roses, in un girotondo quasi senza fine) che i Manic Street Preachers regalano con leggerezza ai loro fan, alla vigilia di un nuovo album.
Tutt’altro che imprescindibile, “Lipstick Traces” ha però il merito di mostrare come le vicende – tragiche – della band, dalla scomparsa di Rickey James in avanti, abbiano influito sul suo stile: del pop sgraziato degli esordi non è rimasto nulla, mentre un folk barricadero e qua e là toccante ha sommerso un po’ ogni cosa. I MSP non sono ovviamente i nuovi Clash, ma il loro appeal politico può frastornare o divertire, a seconda della vostra dose di ironia. (John Vignola)