Abbiamo rischiato di perderci Bill Fay, sparito dalla scene dopo due bei dischi negli anni settanta; ma qualcuno lo ha trovato, dopo trent’anni d’oblio, e lo ha rimesso in pista. Prima è toccato a David Tibet dei Current 93, per l’edizione di Tomorrow, Tomorrow & Tomorrow (2005) il disco perduto di Fay, quindi è stato Jeff Tweedy, a partecipare al disco del rilancio, Life Is People (2012) donandogli la sua Jesus, Etc. e cantando in un brano. Dopo Who is The Sender del 2015, un altro disco indovinato, esce ora Countless Branches, un brevissimo disco, asciutto ed essenziale, almeno nella sua versione ‘pura’ e compiuta ( quella del singolo LP); questa versione viene completata da sette canzoni in più nel CD e nel doppio LP. Consigliamo un ascolto intenso della mezz’ora ufficiale e, solo dopo, delle bonus tracks. Le dieci canzoni di Countless Branches fluiscono delicate, una dopo l’altra, e i brevi testi sono una poesia lieve di poche parole, tra incanto e meraviglia, con solo alcune osservazioni (pessimistiche) sui tempi che viviamo. Come sempre, nelle parole di Fay è presente un’alta dose di sincera spiritualità. Al contrario i sette brani aggiunti ci dicono che le canzoni di Fay possono essere diverse e più immediate, ma perdono un po’ d’intensità, pur viaggiando ad alta quota. (Fausto Meirana)