Terzo album per gli Omni, power trio che include l’ex Deerhunter Frankie Broyles alla chitarra e Philip Frobos alla voce e basso (il terzo membro, nonostante le foto in rete, è difficile da individuare, potrebbe essere il produttore Nathaniel Higgins o un batterista ospite...). Con Networker il trio di Atlanta passa sotto l’egida della Sub Pop, senza perdere la forza che pervadeva i precedenti due dischi per la Trouble In Mind: Deluxe (2015) e Multi-Task (2016). A conferma che in Georgia c’è sempre stato (e c’è) un interesse verso la New Wave inglese fin dai tempi dei R.E.M., gli Omni si ispirano ai gruppi come i Gang Of Four e i Wire, aggiungendo ingredienti molto graditi come l’obliquità vocale di David Byrne, un tocco di Devo e, talvolta, lo scatto frenetico degli XTC dei primi due album. L’intero album totalizza una mezz’ora soltanto di musica, ma gli undici brani sono scattanti e urgenti come non si sente spesso. Buon ascolto! (Fausto Meirana)