Sam Bean (detentore del “marchio” Iron and Wine) ha l’aspetto di un Kris Kristofferson rurale, a proprio agio negli impervi sentieri boschivi più che nella giungla d’asfalto metropolitana. Inoltre, Sam ama le sonorità acustiche, le atmosfere sottilmente crepuscolari; quelle che partono dalla delicatezza quasi impalpabile di una ballata e arrivano a toccare corde inaspettatamente intime e profonde. Weed Garden, ultimo EP di Iron and Wine, si muove lungo le tracce di un indie-folk che sembra annunciare l’incursione dell’autunno e la rende un’efficace metafora di intimismo e poesia.
La bella copertina di Weed Garden (ideata dallo stesso Sam Bean) è la perfetta introduzione all’ascolto dei sei brani, privi di qualsivoglia aura innovativa ma garbatamente essenziali e malinconici. Si tratta di canzoni che Sam Bean aveva composto già ai tempi dell’ultimo album ufficiale, Beast Epic (pubblicato nel 2017) ma considerale semplici outtakes sembra riduttivo. Waves of Gaveston, Autumn Town Leaves e Talking to Fog hanno la dignità e lo spessore compositivo delle grandi ballate americane ed è evidente che Sam Bean abbia lavorato con cura alla messa a punto degli arrangiamenti. Ultima annotazione: vale la pena di procurarsi la “Loser Edition”, ovvero un fiammeggiante vinile arancione. L’autunno (e la musica) si accendono di colore, a beneficio del mood e dell’estetica. (Ida Tiberio)