Oramai siamo al settarismo totale; cosa, in sé, né buona né cattiva. Manca un suono che metta tutti (o tanti) d’accordo. Ce ne sono mille, di suoni, che piacciono (moltissimo) a pochi. Così l’ascoltatore medio di musica (se esiste) segue tutto quello che fa il proprio idolo, a prescindere; e se ne frega di quello che fanno gli idoli altrui. Questo disco, che è la colonna sonora di un documentario su Elliott Smith, che è uno scrittore di canzoni fenomenale, avrà probabilmente un discreto successo perché chi giustamente ama ES vorrà plausibilmente ascoltarlo. Beh, tutto giusto ma il disco è una cosa per completisti ossessivi e come tale va maneggiato. È interessante (senti qua: Elliott adolescente che pizzica la chitarra!), ci sono un paio di belle canzoni, ma siamo al culto della personalità schietto (che è una cosa mitica, basta non scambiarlo per buona musica). (Marco Sideri)