Questo trio è un progetto coraggioso e ambizioso; James Yorkston, il più conosciuto dei tre, è un folksinger scozzese dai toni pacati vicino anche al folk tradizionale, Jon Thorne un contrabbassista a suo agio nel jazz come nella forma canzone, mentre Suhail Yusuf Khan è un virtuoso del sarangi, strumento indiano che potremmo assimilare ad un ipertrofico violino. Per apprezzare questo lavoro occorre una buona concentrazione per superare i quattordici minuti del brano d’apertura, Knochentanz, dominati dallo strumento di Khan; una volta abituati al mix sonoro un po’ alieno, la cover di Ivor Cutler, Little Black Buzzer, nella sua semplicità dadaista, è quello che ci vuole per riprendersi. Nonostante le forze in campo, non tutto fila liscio, ma per fortuna, nel finale la Broken Wave di Yorkston (scritta per un amico/ musicista scomparso e già incisa in passato) sembra riuscire nella non facile impresa. Interessante anche lo strumentale che chiude l’album, Blues Jumped The Goose, perfetto estuario che accoglie i rivoli guizzanti della musica del trio. Il consiglio è avvicinarsi a Eerything Sacred con cautela, perchè il prodotto non è avariato o scadente, ma va maneggiato con cura... (Fausto Meirana)