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Rock Recensioni DAVID GILMOUR - Rattle Than Lock
 

DAVID GILMOUR - Rattle Than Lock DAVID GILMOUR - Rattle Than Lock Hot

rattle-that-lockEcco pubblicato "Rattle That Lock", quarto lavoro solista del celebre chitarrista dei Pink Floyd, già ampiamente annunciato nel corso dell'estate, prodotto dallo stesso David Gilmour con l'aiuto di Phil Manzanera, e in buona parte scritto, per quel che riguarda i testi, dalla moglie di Gilmour, la storica compagna e collaboratrice Polly Samson. Per le parole di "Rattle That Lock" pare che la Samson abbia tratto ispirazione dal libro secondo del "Paradiso perduto" di John Milton, che ha fornito spunti anche per il suo recente e fortunato romanzo "The Kindness". E però, nonostante questo colto riferimento poetico seicentesco, la canzone, seppur piacevole e sempre in stile floydiano o meglio gilmouriano, appare sostanzialmente ordinaria e di facile ascolto. Non è così ordinario, invece, il suo messaggio: l'invito da parte di un settantenne che ne ha viste tante (anche rivolto ai figli, oltre che al mondo) a liberarsi da ogni catena, mollare gli ormeggi, vivere con coraggio la propria vita.

Così come non lascia indifferenti la partecipazione al brano del (guarda caso) Liberty Choir, un navigato coro londinese che tiene lezioni di canto nelle carceri (i primi lucchetti da forzare?). E come tutto sommato non è ordinaria la raccolta di canzoni e di strumentali che compone l'album e "incornicia" la title track. Un'antologia assemblata davvero con eleganza e mestiere, in bilico tra una pesante eredità musicale e la capacità e la voglia di vivere il proprio tempo. Un lavoro pensato nel corso degli ultimi cinque anni, durante i quali pare che Gilmour abbia accumulato una serie di registrazioni, che poi ha rielaborato negli ultimi due, interrompendosi solo per lavorare all'ultimo avvincente capitolo della vicenda floydiana: "The Endless River". "Rattle That Lock" vive su una sorta di concept, un'idea cardine che lega tra loro tutte le 10 canzoni, 14 nella versione deluxe. I pezzi, infatti, dovrebbero joyceianamente rappresentare i pensieri e gli stati d'animo di una persona nell'arco di una giornata. Il tema, però, rimane in realtà piuttosto vago e molto sullo sfondo, nonostante l'album si apra con la suggestiva sveglia strumentale di "5 A.M.", e (prima della coda finale) si chiuda con la sollecitazione di "Today" ad andare a riposare. A colpire sono una serie di cose, più o meno in evidenza: il chitarrismo di Gilmour, sempre lo stesso, per niente sbiadito, nonostante l'inesorabile passare del tempo, che invece la sua voce denuncia; il suo divertente misurarsi con una serie di tastiere e tastierine; "Face Of Stone", probabilmente la vera perla dell'intera registrazione, descrizione di una giornata passata dal chitarrista con la madre negli anni '70, dopo che le era stata diagnosticata una forma di demenza. Introdotta da alcune note di pianoforte, la ballata ha poi un andamento folk (i primi accordi alla chitarra, per la verità subito "addomesticati", sono quelli della lennoniana e protestataria "Working Class Hero"), capace di interagire con echi di musica circense o da fiera paesana. La citazione è evidente, vengono subito in mente i Beatles di Sgt. Pepper's e il John Lennon di "Being For The Benefit Of Mr. Kite", perché tra gli strumenti utilizzati c'è il "famoso" Calliope (se ne ha subito la sensazione), una sorta di organo a canne a vapore ottocentesco, dal suono antico (anche "rumoroso") e popolare (per la verità di provenienza americana, tanto che veniva utilizzato sui battelli che solcavano il fiume Mississippi), che i Beatles usarono proprio in "Being For The Benefit Of Mr. Kite", per tentare di riprodurre le atmosfere d'antan di un piccolo villaggio in festa; le voci degli amici David Crosby e Graham Nash in un altro coinvolgente brano intriso di pathos ("A Boat Lies Waiting"), dedicato a Richard Wright (e alla sua passione per il mare), che aveva accompagnato Gilmour nel tour di "On An Island", il precedente lavoro del 2006; il rimando (anche qui) alla beatlesiana "Michelle" all'inizio dell'elegante e piacevole "Dancing Right In Front Of Me"; il carattere watersiano antimilitaresco nella più retorica, ambiziosa e floydiana "Any Tongue" (e però che dire del solo di Gilmour alla "Comfortably Numb" in sua chiusura?!); la timida e lontana cornetta di Robert Wyatt sullo sfondo del divertissement jazzy "The Girl In The Yellow Dress"; e il sospeso finale (nell'edizione non deluxe) di "And Then...", altra variazione sul tema di "Shine on you crazy diamond", il cui titolo potrebbe lasciare intendere che magari non passeranno altri nove anni prima che Gilmour torni a pubblicare un nuovo album. Ce lo auguriamo. (Marco Maiocco)

opinioni autore

 
DAVID GILMOUR - Rattle Than Lock 2015-09-29 16:13:18 andrea rainero
Giudizio complessivo 
 
90
andrea rainero Opinione inserita da andrea rainero    29 Settembre, 2015
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DAVID GILMOUR - Rattle Than Lock - 2015 -

Album notevole non perfetto, ma comunque un ottimo lavoro.
I pezzi di maggior impatto, secondo me, sono “Faces of Stone” e “ A Boat Lies Waiting “.
“The Girl in the Yellow Dress” sicuramente è il tipo di brano che non ti aspetti in un disco di Gilmour.
Molto curata la versione in vinile.

Andrea V

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