Figlio dell'epoca d'oro dei grandi live, pensiamo solo al "Live Dead" dei Grateful Dead o al "Made In Japan" dei Deep Purple, questo concerto dal vivo della Band, già pubblicato nel famoso e stentoreo doppio album "Rock Of Ages", e qui ristampato con l'aggiunta di alcuni inediti, e soprattutto in una nuova e curata edizione, grazie anche all'interessamento dello storico leader Robbie Robertson, fotografa la "banda" per antonomasia, vera e propria band "on the road", all'apice del suo percorso artistico. Un live tenuto all'Accademy Of Music di New York nelle serate attorno al capodanno del 1971, ad opera di una super formazione (per molto tempo il gruppo ufficioso di Bob Dylan), guidata (appunto) dal raffinato chitarrista di origini indiane Robbie Robertson ("re" degli armonici giocati sul bending), e composta da alcuni dei più straordinari musicisti della storia del rock, per veracità ed espressività soprattutto, oltre che per le loro qualità tecniche, anche molto elevate, come nel caso del tastierista e fiatista Garth Hudson.
Qui non prevale la profonda e nascosta malinconia del leggendario live "The Last Waltz", documentata dall'omonimo ed epocale film di Martin Scorsese del 1978, probabilmente ultimo atto, canto del cigno, della sognante stagione del rock classico, e delle ingenue speranze di poter cambiare in positivo le sorti del pianeta; né la maturità plastica e sorniona del (comunque dylaniano) "Before The Flood", altro mitico concerto di metà anni '70, o lo scatenato e acerbo coraggio della rivoluzionaria tournée elettrica (sempre dylaniana) del 1966 (si ascolti in proposito il volume sei della Bootleg Series di "Mr. Tamburino"); ma la scanzonata vitalità di un quintetto incredibilmente affiatato (un vero collettivo), che suona a memoria, in piena fiducia, in modo entusiasta, rilassato e giocoso, come se avesse trovato la definitiva quadratura del cerchio (e come non essere d'accordo?!) e davanti a sé avesse ancora tutto il tempo del mondo a disposizione. A passare in rassegna nella più assoluta freschezza sono molti classici del gruppo, rappresentazione di un compiuto e composito suono americano, che trovava fruttuosa linfa nella molteplicità delle sue radici: da "The Shape I'm In" a "Up On Creeple Creek", da "The Night They Drove Old Dixie Down" all'epica "The Weight", da ""This Wheel's On Fire" alla dylaniana e mai incisa dal suo autore "I Shall Be Released". Un assoluta meraviglia e non solo per i nostalgici di un perduto sound. (Marco Maiocco)