Partono le note di Antiphon, il brano in apertura che ha dato il titolo, e tutto ritorna, familiare, con quell'incedere indolentemente malinconico che ha fatto grandi almeno un paio di dischi. Qualcosa non torna, però la voce è simile, ma non identica a quella che ricordavamo, di Tim Smith. Lui non c'è più gli altri hanno serrato i ranghi, hanno spesso incupito e appesantito il suono, ed il risultato è qui, in un disco che fa onore alla gloriosa sigla alt rock che ha (ben) inaugurato il terzo millennio. La voce è quella di Eric Pulido, tutt'altro che disprezzabile. Restano i riferimenti alla psichedelia classica, le trottate che partono dai Byrds ed arrivano ai Fleet Foxes passando per i Doors, ma anche chi cerca le consuete, felpate sferze prog non resterà deluso: a volte fanno capolino i Genesis di un eone fa, ad esempio nella splendida Aurora Gone. Transizione, ma dorata. (Guido Festinese)
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MIDLAKE – Antiphon
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