Non si scappa: le poche volte che avviene, il confronto diretto con l’Oste-Capo Redattore-Presidente (Gian) è illuminante. Carino, ha detto, parlando di questo disco prima di passare velocemente ad altro. E carino, in verità, riassume perfettamente Kill My Blues (gran bel titolo). È un disco elettrico e vivace in cui l’ex Sleater Kinney rivive i tempi belli dell’adolescenza (ribelle ed indie rock) smussando un po’ gli angoli (il tempo passa per tutti, e spesso spegne i fuochi della gioventù). Le canzoni si fanno fischiettare volentieri, gli stacchi sono al loro posto, non ci sono cadute vertiginose di stile. Neppure ci sono, per la verità, momenti indimenticabili. Ci sono ricordi e ritornelli. Che, forse, sono quanto si può chiedere ai reduci degli anni 90. Salvo casi eccezionali. Ecco, Kill My Blues non è eccezionale. È carino. (Marco Sideri)