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La lista è lunga: Interpol, Rapture, El Guapo, Killers… e potrebbe continuare. I primi anni del nuovo millennio hanno portato un revival in pieno regola dei suoni scuri e sintetici della new wave inglese e americana. Gruppi come Joy Division, Cure, Talking Heads, Pop Group sono tornati in primo piano nella classifica delle cicliche “rivalutazioni” che l’industria e la critica musicale propongono al pubblico.
Gli “I Love…” si inseriscono in questo contesto in maniera chiara e diretta. Le canzoni dell’album sono rette da un basso pulsante e ossessivo, la voce declama stentorea, la chitarra detta il ritmo con accordi aguzzi o si contorce nella distorsione. Per chi ama il genere, un’ottima notizia. Per gli altri, un altro nome tra cui scegliere, se si vuole provare. (Marco Sideri)