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Rock Recensioni ACCEPT - Stalingrad
 

ACCEPT - Stalingrad ACCEPT - Stalingrad Hot

ACCEPT - Stalingrad

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Stalingrad
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Gli Accept ritornano col loro nuovo nume, il produttore americano Andy Sheap, ed il disco ribadisce in modo stupefacente la loro leadership nel piu' classico heavy metal, bissando la qualità del precedente Blood of the Nations. Si forgia (ancora) a Colonia il metal più duro. Quando il Secolo XIX era un giornale decente, vi era un giorno della settimana dedicato ad un ampio articolo di recensione musicale: nel 1987 venne addirittura recensito "Russian Roulette" dei tedeschi Accept, ed il titolo dell'articolo (a firma di Renato Tortarolo o Natalino Bruzzone, mi pare di ricordare) era quello che ho preso in prestito qui sopra. Dopo 25 anni gli Accept continuano a forgiare l'Heavy Metal più potente in circolazione, e lo fanno mantenendosi al passo del tempo, pur restando rigidamente ancorati al loro stile assolutamente caratteristico. Nel 1987 il cantante era Udo, il carismatico personaggio che ha sempre rappresentato il gruppo agli occhi dei fans. Udo, definito un "bawler" (intraducibile, ma letteralmente "abbaiatore") ha cantato lungo tutta la carriera del gruppo, dai '70 fino ai '90, con una sola defezione (il dimenticabilissimo "eat the heat"), ed i dischi con lui hanno per lo più rappresentato delle pietre miliari dell'heavy metal classico (tra tutti: metal heart, balls to the wall e restless and wild, oltre al succitato russian roulette, in mia opinione uno dei 5 migliori dischi metal di sempre). Da quando la reunion degli Accept è stata resa pubblica, e dopo che é stato reso noto che Udo non ne avrebbe preso parte, i fans (si parla di uno zoccolo duro, non certo di milioni di persone) hanno relativamente trascurato la faccenda fino a quando non è uscito Blood of the Nation (2010): un capolavoro del suo genere, che è riuscito a stanare anche i metallari in semi-pensione come il sottoscritto, e che è stato premiato come disco metal dell'anno dalla stampa specializzata nel settore.

La prova del nove è sicuramente il secondo disco con Tornillo in formazione: gli Accept hanno ancora idee valide ed ispirazione per continuare ad invecchiare professionalmente con dignità? La mia risposta è: assolutamente sì! Stalingrad è in tutto e per tutto un altro capolavoro di heavy metal, ripieno di canzoni da ascoltare a lungo a volumi assurdi (sconsigliate le cuffiette dell'iPod se non volete una cefalea fulminante dopo tre canzoni).Come di consueto, se al primo ascolto la canzone Stalingrad non mi ha entusiasmato, è un buon segno: al terzo ero già a cantarne i cori! La canzone, come tutto l'album, segue fedelmente lo stile Accept: due chitarre che sparano riff granitici a velocità non assurde, inframezzati da assoli intercambiabili, spessissimo con i loro caratteristici richiami classici (stile Metal Heart) una voce che appare sempre sull'orlo del collasso vocale (l'evoluzione di quella di Udo), ma che incredibilmente regge fino alla fine (ed in concerto l'effetto è identico), e la doppia cassa che tuona quasi costantemente in sottofondo.Hung, drawn and quartered, l'inizio del disco, mette immediatamente in evidenza che lo stile è quello del disco precedente e la potenza inalterata, i cori epici ci sono, i riff e gli assoli teutonici pure, la forma vocale è splendida: difficile trovare un inizio più azzeccato.Il resto del disco va avanti sulla stessa linea di tiro: canzoni tiratissime tra cori e riffs imponenti, con la costante della voce di Tornillo sempre al limite. Tra i pezzi migliori citerei anche: against the world, shadow soldier, the quick and the dead e l'ultima the galley, per fare anche notare il livello qualitativo mostruoso del disco dall'inizio alla fine. Ricordiamoci che anche i Metallica hanno preso spunto dagli Accept per inventare il genere trash di cui sono stati gli alfieri (anche se solo per i loro primi tre dischi). Unica avvertenza per l'ascolto: non vi aspettate cambi di marcia, lentoni alla Scorpions o momenti di tregua sonora: non fanno parte del loro stile.Il gruppo è vivo, vegeto e crea sempre musica da paura, il disco vale l'acquisto per ogni singolo brano (tanto vale quindi comprarlo tutto insieme) e li aspettiamo ancora in Italia per santificare un genere che non solo hanno creato, ma che sono tra i pochi in grado di mantenere inalterato (nessuno mi venga a parlare del prog-metal degli Iron Maiden, please!): l'Heavy Metal classico, senza fronzoli nè etichette è ancora vivo e questo disco ne è la prova!! (Michele Minuto)

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ACCEPT - Stalingrad 2012-05-04 05:14:14 natalino bruzzone
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1
Opinione inserita da natalino bruzzone    04 Mag, 2012

non io

Caro Minuto,
mai recensito musica in vita mia: non ne capisco nulla. Le recensioni di cinema sono le mie... Questo solo per chiarire e per dare a Tortarolo quello che è di Tortarolo.
cordiali saluti
natalino bruzzone
P.S.: visto che mi si costringe a votare. ho messo la prima cifra della colonna per onorare l'obbligo non ovviamente per giudizio di merito.

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