Anche gli indie rockers piangono. Questo disco, senza abbandonare il tradizionale pop frizzante dei LC!, lamenta fin dal titolo la fine di un amore (del Campesino leader, Gareth) e lo fa alternando momenti più lirici (la tipica ballata da cuore infranto) a ritornelli e esplosioni più gioiose. Da un lato quindi la buona notizia è che il disco è più vario rispetto ai precedenti (siamo al numero 4); dall'altro però non si può non notare che i LC! sono maestri nell'euforia pop mentre, se si parla di malinconia, riescono un pochino meno, infilando ballate (all'incirca la metà del menu) mai sgradevoli ma neppure memorabili. Quindi una transizione (cosa è in fondo un cuore spezzato?) per uno dei gruppi che nella confusione di oggi tiene alto il vessillo del pop indie. Quello facile, contagioso e senza fronzoli. La tristezza passerà, comunque, e i LC! andranno avanti. (Marco Sideri)
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