I C93 somigliano sempre più a una setta. Non tanto per l’estetica del gruppo (una famiglia allargata di musicisti che ruota intorno al leader David Tibet) quanto proprio per la musica in se. Salmi, sostanzialmente, che la voce di DT intona su sfondi anche sublimi di corde e tasti (un magnifico cello). Questo ultimo capitolo di una nutritissima discografia (che spazia da clangori industriali alla beatitudine del piano solo) arriva semplicemente a consolidare il saputo e, è facile indovinare, farà contenti i convertiti ma difficilmente guadagnerà nuovi seguaci. La formula C93 infatti si perpetua senza colpi di scena e con i capolavori (per fermarsi agli ultimi anni: Soft Black Stars e Sleep Has His House) certamente nel passato rischia di farsi quasi parodia pur sapendo ancora (Tanks Of Flies) regalare momenti di rara bellezza. La messa non è finita. (Marco Sideri)
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