Nel gran caos che è diventato l’orizzonte musicale è sempre più difficile far crescere la propria voce. Coccolare l’ispirazione attraverso dischi numerosi. In una parola: maturare. Qualcuno però ce la fa. Micah P ha esordito cinque dischi or sono, con una voce profonda, un bel talento grezzo e una storia da gioventù bruciata. È un autore che utilizza la tradizione americana non come fine (estetico) ma come mezzo. Gira e rigira il linguaggio della ballata adattandolo alla sua penna (e non viceversa). Per questo i suoi dischi non sono immediati e usa e getta, chiedono tempo e ascolti. Ma poi premiano lo sforzo. Pioneer… ispirato da un poema di W. Whitman, è avvolgente e complesso nel cantare le sue strofe, alterna ballate scheletriche a sontuose divagazioni per archi e rumore, non delude e anzi migliora. Continua a nascere una stella. (Marco Sideri)
vedi sotto video