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Matt Elliott senza dubbio non mette confini alla sua personale musa: protagonista della scena (grossomodo) psichedelica e “shoegazer” inglese è poi passato all’elettronica, sotto il nome Third Eye Foundation, per approdare oggi con “Drinking Songs”, seconda prova solista, ad una classicità romantica e assoluta. Il disco si stende su lunghe composizioni, perlopiù strumentali, che vivono del suono della chitarra, del pianoforte e di un discreto accompagnamento d’archi. Le melodie sono splendide e avvolgenti, le parti cantate corali e suggestive. Perdersi nelle note è un piacere incondizionato. (Marco Sideri)