Ci ha messo un po’ di tempo ma Aidan Moffat è tornato nella sua zona di comodità, abbandonando le tendenze più estreme dell’ispirazione, ed anzi, incorporandole nel vecchio linguaggio. Voce e volto dei disciolti Arab Strap, Aidan ha infatti preferito, fino ad oggi, non replicare quelle canzoni ubriache e abbandonare il suo ruolo di cantante (o meglio: parlatore melodico) dedicandosi a progetti laterali (l’elettronica di L. Pierre, un album limitato e spoken word di un anno fa). Oggi torna con foga sul luogo del delitto con canzoni d’amore scozzese di matrice grossomodo folk, sporcate da mille deviazioni e attraversate dalla voce che tutti ricordiamo. Il risultato è impeccabile, conciso e personale. Seguaci vecchi e nuovi non possono proprio lamentarsi. (Marco Sideri)
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