Il suo primo disco Jagged Little Pill (1995) ha venduto 30 milioni di copie. Dopo di che, Alanis Morissette non è più riuscita a replicare un tale trionfo planetario. Gli LP successivi, Supposed Former Infatuation Junkie (1998), Under Rug Swept (2002) e So Called Chaos (2004), non hanno lasciato tracce significative. Le cose cambiano con quest’ultimo lavoro. Da una profonda crisi personale (la fine di un grande amore, fuggito con Scarlett Johansson) esce un album che è senz’altro più interessante dei precedenti: più elettronico e intenso, con alcuni brani di notevole spessore. Il singolo, Underneath, scorre su una leggera linea pop, ma non è la prova migliore del disco; Citizien Of The Planet e Version Of Violence risultano fin dal primo ascolto più forti: una vena rock prende il sopravvento e sonorità piene, forse un po’ troppo, provocano un buon impatto in chi ascolta. Particolarmente ben riusciti sono altri tre pezzi: Torch, una ballata melodica ben armonizzata; Moratorium, brano insolito, cupo, dinamico, ansiogeno e Giggling Again For No Reason, il pezzo più allegro che, collocato verso la fine della scaletta, suona come il canto della rinascita. Di recente Alanis Morissette ha dichiarato che Jagged Little Pill ha costituito un precedente ingombrante. I discografici intendevano continuare su quella strada, ma a lei interessa solo scrivere brani autobiografici nel modo più sincero possibile. L’operazione è riuscita, Flavors Of Entanglement nella sua piacevole disomogeneità, ogni brano appare un capitolo a sé, è un buon risultato. (Mauro Carosio)
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