La sulfurea visceralità del rock classico, con le sue roventi chitarre e infuocate tastiere pronte a rincorrersi e intrecciarsi in magmatiche scorribande elettriche, sembra essere tornata di moda in questo scorcio di fine decade. Lasciata un po’ da parte la spinta gentile del post rock più intimista, ecco spuntare gruppi come i Black Mountain, urticanti uscite al fulmicotone come l’ultimo lavoro dei Motorpsicho, o jamming band dal sapore antico come questi californiani Howlin’ Rain. Esponenti della nuova scena psichedelica della Bay Area di San Francisco, rivitalizzano con forza e credibilità vecchie collaudate formule che troppo spesso rischiano di apparire abbondantemente paludate. Magnificent Fiend è il loro secondo album di studio ed è un corrosivo concentrato di tutto il meglio che il rock può offrire.
La prima impressione è che i Creedence Clearwater Revival vadano a braccetto con i Deep Purple, ma le influenze sono molte, così ben dosate e sapientemente padroneggiate da costituire fresco materiale non catalogabile come semplicemente derivativo. Il gruppo è guidato dal chitarrista cantante Ethan Miller, già leader degli psichedelici Comets On Fire e sorta di condensato, stilisticamente parlando, delle figure di Jerry Garcia, John Fogerty e Lowell George. L’incastro con le tastiere di Joel Robinow è decisamente superlativo, ma è tutto il gruppo che gira alla perfezione, sfoggiando classe e professionalità a partire da meccanismi precisi e ben assimilati. Corroborante. (Marco Maiocco)
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