A quanto pare, Ryan Adams può vantare un’energia pressoché inesauribile. E’ pur vero che il giovane musicista americano è sempre stato un autore generosamente prolifico, ma la sua attuale “produttività” artistica ha qualcosa di strabiliante: tre album in meno di un anno. Mantenere livelli qualitativi accettabili, in questo contesto, non è facile. Eppure 29, realizzato senza l’apporto dei Cardinals, offre ancora abbondanti riserve creative. Dal potente rock blues di Twenty Nine, alle ballate intimistiche e dolenti Caroline Rain e Sadness fino alla notturna Voices, l’album mostra un Ryan Adams fortemente ispirato. E il racconto di America per nulla epica, fatta di esistenze disilluse, sopraffatte dalla disperazione, si arricchisce di un altro, toccante capitolo. (Ida Tiberio)