Dopo la benvenuta ristampa (un paio di mesi) fa dei primi dischi del gurppo, tornano i Gallon Drunk di James Johnston (ora anche nei Bad Seeds) con un album nuovo di zecca. Poco è cambiato in fondo, in casa GD, dai tempi degli esordi (1990) e non è certo una cattiva notizia: blues moderno, se volete, new wave urbana, se preferite. In ogni caso, canzoni fangose e occasionalmente aggressive, ora melodiose ora cacofoniche, capaci prima di tutto di creare un’atmosfera, senza badare troppo alla scrittura nel senso tradizionale e pop del termine. È musica vecchio stile, quella dei Gallon Drunk, essenziale nella sostanza ma ricca di particolari (maracas, organo, piano, banjo oltre ai soliti chitarra, basso e batteria) e, pur lontana dalle luci della ribalta, pienamente godibile e per nulla scontata. (Marco Sideri)
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