La cornetta aliena sapientemente alternata ad un uso minimale dell’elettronica fanno di Rob Mazurek uno dei musicisti più interessanti dell’attuale scena “di confine”, dove svaniscono i legami di appartenenza tra note popular, jazz, ricerca. In fin dei conti lui, il leader dei magnifici Chicago Underground è, assieme al giovanissimo Corey Wilkes, il vero erede delle spericolate avventure sonore di Lester Bowie, dove è bandito ogni uso “regressivo” della tradizione. Mazurek è a capo anche di questo splendido progetto orchestrale, davvero una fertile “terra di nessuno” dove si incrociano le rotte più disarticolate del postrock chiacagoano, le fiere istanze della “great black music” con i suoi collettivi frementi, e si mettono in conto, anche, ricordi vividi dello space rock, i riverberi “ambientali”, i non-luoghi musicali del glorioso e attempato kraut rock. John McEntire, Jeff Parker e John Herndon dei Tortoise danno una bella mano. E il flauto gentile e straniato di Nicole Mitchell (Frequency) rilancia antichi aromi straniti à la Sun Ra. (Guido Festinese)
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