Due anni di lutto. Questo è periodo che gli Arcade Fire hanno lasciato passare dal loro disco d’esordio all’uscita del fatidico secondo album. L’attesa era tantissima e le aspettative enormi, visto il successo e il volume di chiacchere innescate, sia nel bene che nel male, dall’esordio del multiforme ensemble canadese. Butler e soci hanno preso tempo e hanno cercato di giocare le proprie carte nella maniera migliore possibile: non ripetersi uguali a se stessi solo per cavalcare l’onda lunga del successo. Neon Bible non c’entra molto con il suo predecessore, è meno sbilenco, meno improvvisato e forse anche meno spontaneo. L’atmosfera è più cupa e tesa, rafforzata dagli arrangiamenti orchestrali e dal pathos della voce di Butler. Chi cercava una conferma non ne rimarrà entusiasta, ma neppure chi si aspettava una debacle. (Giovanni Besio)
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