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Rock Recensioni TOM WAITS - Orphans (Anti 2006)
 

TOM WAITS - Orphans (Anti 2006) Hot

ImageOgni esegeta dell’arte di Thomas Alan Waits, detto Tom, nato a Pomona (California) il 7 dicembre 1949, vi indicherà le due grandi fasi in cui è possibile suddividere la carriera del nostro: gli albori, musicalmente legati alla musica nera, al blues e alle atmosfere jazz dei dischi per la Asylum e la svolta dalla forti tinte post-avanguardia dei dischi per la Island da “Swordfishtrombones” in avanti.

A convalidare questa divisione un cambiamento radicale nell’uso della voce (che Tom Waits non esita a definire il suo più autentico strumento) e il passaggio ad una musica più cupa e pessimista, sicuramente meno ‘commerciale’; curiosamente, tutto questo, mentre la sua vita privata si rasserena dopo la fine della tormentata storia con Rickie Lee Jones e l’incontro con Kathlenn Brennan, con la quale inizia un sodalizio artistico e sentimentale che dura a tutt’oggi.

 

A mettere in crisi questa rispettabile teoria arriva adesso "Orphans": tre cd, 54 canzoni di cui 30 completamente inedite, un libretto di 94 pagine con testi e foto, ma soprattutto un universo musicale in cui ogni schematismo perde i suoi labili confini, rimesso in discussione canzone dopo canzone, scheggia dopo scheggia, da un Tom Waits (e signora) in assoluto stato di grazia. Ogni cd reca un sottotitolo - "Brawlers", "Bawlers" e "Bastards" - per distinguere i diversi stili di cui è perlopiù composto. Ma attenzione: nella sghemba galassia di Tom nulla è dove dovrebbe essere: così in “Bastards” (attenzuione alle due tracce nascoste, praticamente solo parlate, al termine del disco), dove troviamo il Waits più sperimentale che si diverte a recitare Bukowski e Kerouac e inanellare una folle filastrocca come “Spidey’s wild ride”, c’è un brano, “Altar boy” che sembra uscito dal piano bar di “Nighthwaks at the dinner”; e nelle tristi ballate di "Bawlers" accanto alle commoventi “Down there by the train”, “Danny says” e “Jayne’s blue wish”, troviamo un’ebbra “Goodnight Irene” di LeadBelly e una macabra versione di “Young at heart”, resa indimenticabile da Sinatra , attraversata da una chitarra hawaiana degna di un incubo di David Lynch; mentre in "Brawlers" i Ramones di “The return of Jackie and Judy” sono obbligati a convivere con lo straziante invito d’amore di “Sea of love”. Attraversando ogni genere del novecento americano (e non solo, “What keeps mankind alive” di Brecht e Weill o il valzer straniato di “Lucinda” sono li a ricordarcelo) Waits frantuma l’immagine che tanto amorosamente avevamo costruito di lui, per ricomporla, sempre differente, in ogni singolo frammento di questo scrigno prezioso. (Danilo Di Termini)

 

Tracklist

 

Disc One - Brawlers

  • 1. Lie To Me
  • 2. LowDown
  • 3. 2:19
  • 4. Fish In The Jailhouse
  • 5. Bottom Of The World
  • 6. Lucinda
  • 7. Ain't Goin' Down To The Well
  • 8. Lord I've Been Changed
  • 9. Puttin' On The Dog
  • 10. Road To Peace
  • 11. All The Time
  • 12. The Return Of Jackie And Judy
  • 13. Walk Away
  • 14. Sea Of Love
  • 15. Buzz Fledderjohn
  • 16. Rains On Me

Disc Two - Bawlers

  • 1. Bend Down The Branches
  • 2. You Can Never Hold Back Spring
  • 3. Long Way Home
  • 4. Widow's Grove
  • 5. Little Drop Of Poison
  • 6. Shiny Things
  • 7. World Keeps Turning
  • 8. Tell It To Me
  • 9. Never Let Go
  • 10. Fannin Street
  • 11. Little Man
  • 12. It's Over
  • 13. If I Have To Go
  • 14. Goodnight Irene
  • 15. The Fall Of Troy
  • 16. Take Care Of All My Children
  • 17. Down There By The Train
  • 18. Danny Says
  • 19. Jayne's Blue Wish
  • 20. Young At Heart

Disc Three - Bastards

  • 1. What Keeps Mankind Alive
  • 2. Children's Story
  • 3. Heigh Ho
  • 4. Army Ants
  • 5. Books Of Moses
  • 6. Bone Chain
  • 7. Two Sisters
  • 8. First Kiss
  • 9. Dog Door
  • 10. Redrum
  • 11. Nirvana
  • 12. Home I'll Never Be
  • 13. Poor Little Lamb
  • 14. Altar Boy
  • 15. The Pontiac
  • 16. Spidey's Wild Ride
  • 17. King Kong
  • 18. On The Road

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