Non fosse per la notorietà dei musicisti che ruotano attorno al progetto Motus Laevus, ci sarebbe da intimorirsi per il titolo, ovvero la Y dell’incognito. Si aggiungano anche le parole latine che definiscono il trio (moto sinistro, senso antiorario) e un po’ d’inquietudine viene a galla. Invece il disco è chiaro, dinamico e denso senza essere greve o banale. Motus Laevus si compone, per due terzi, da Edmondo Romano, con i suoi molteplici strumenti a fiato e da Luca Falomi, che sfodera altrettante chitarre (e un basso); completa il trio la pianista e cantante Tina Omerzo, anche lei concittadina, ma originaria della Slovenia. Da quei lidi meticci Tina porta sapori mediorientali e musiche dell’Est europeo. Due altri musicisti di casa (verrebbe da dire vecchie glorie!) aggiungono ritmo al mélange sonoro dell'ensemble; sono Marco Fadda, con il suo bagaglio di percussioni, e Rodolfo Cervetto, alla batteria. Naturalmente, viste le forze in campo, si può parlare di world music, di balcani e persino di jazz. Ma le etichette qui rischiano di essere fuorvianti; nonostante le composizioni originali siano affiancate da alcuni tradizionali (uno greco-turco, uno croato) l’insieme è coerente e raffinato. Non per giustificare le ‘quote rosa’ di questo progetto, ma Tina Omerzo è una vera sorpresa: canta e compone due brani, musica i versi della poetessa Mojca Maljevac e fornisce, con il suo pianoforte, un interessante contributo all’impasto sonoro con un tocco tra il classico e il contemporaneo. (Fausto Meirana)