Il folk psichedelico, nato in Inghilterra tra fine anni Sessanta e primi Settanta (con Tyrannosaurus Rex, Trees e Spriguns, Mellow Candle e Forest) è risorto in tempi recenti all'interno della scena post americana (grazie a Harvestman, Alexander Tucker, Matt Elliott). Su un piano ancora diverso e personalissimo si collocano ora i Salici, gruppo del profondo Nord-Est italiano (origine: Isonzo). Attivi dal 2007, i Salici sono impegnati da sempre in ricerche musicali che sperimentano l'incontro sonoro della tradizione folk-psichedelica col rock, il blues, il jazz rumorista e certe melodie orientali. Importanti, nel loro originalissimo sound, le contaminazioni etniche e quelle con la musica medievale, in particolare quella del Duecento. La vena creativa del quintetto è fluida ed arricchita da esperienze anche diverse. Come la terra dei Salici è da sempre terra di confine (fisico e culturale), anche la band ha fatto dell'apertura il proprio credo. Il nucleo originario dei Salici è costituito da Devid Strussiat e Marco Fumis, già collaboratori in precedenza, a cui si sono aggiunti poi Marco Stafuzza e altri due bravissimi musicisti. I Salici sono molto abili nel far incontrare antico e moderno. Usano archi bassi e fiati in maniera superba. La loro proposta, che ripercorre anche – come detto – i luoghi della loro storia, sa di porzioni elettro-acustiche arricchite da sensibilità e doti tecniche peculiari. Nowhere Better... è eterogeneo e bellissimo, quasi un filo diretto con la natura attraverso la musica. Tutte da ascoltare le invenzioni musicali dei cinque artisti italiani e le loro intriganti improvvisazioni sonore. (Davide Arecco)
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