![disco club gian lennon](/images/stories/disco club gian lennon.jpg)
Sarebbe facile essere pessimisti. In fondo: la crisi, il mercato musicale che non è più né mercato né musicale, gli ascolti frammentati, i gusti isterici, il disco che è morto, l'evasione fiscale e, come se non bastasse, piove pure.
Ma non sempre la cosa facile è quella giusta.
E allora diciamo che il 2011 e questo 2012 fresco di stampa ci trovano di buon umore.
In fondo ascoltiamo ancora, scriviamo ancora, ancora ci assembriamo davanti al bancone di Via San Vincenzo con il rischio di essere espulsi o sospesi. In fondo abbiamo celebrato il compleanno del negozio con concerti e festeggiamenti. In fondo il dialogo virtuale intorno a tutto e nulla che abbiamo iniziato qualche anno fa si è fatto più colorito e più rumoroso.
In fondo siamo qui a fare ancora un bilancio di 12 mesi di uscite. E di nuovo il bandolo musicale della matassa non esiste ma forse è il momento di smettere di cercarlo. Istituzioni a parte (buongiorno, Signor Waits) oramai ognuno ascolta per la sua strada: una settimana di sondaggio ha già buttato alla ribalta 181 (centottantuno) titoli di album. Non è più una novità: è lo status quo. Quindi benvenuto a un quadro variopinto e frammentato, che trova la sua unità non nel nome di un musicista o di un album ma in un sentire comune che di casa sta in Via San Vincenzo, a Genova, tra gli scaffali di Disco Club. È questo, a vedere bene, il bandolo della matassa.
Quindi grazie a tutti. E a presto. Sapete dove trovarci.
La Redazione