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Miscellanea Articoli miscellanea BRUNO ARPAIA - L’energia del vuoto (Ugo Guanda Editore, 2011)
 

BRUNO ARPAIA - L’energia del vuoto (Ugo Guanda Editore, 2011) Hot

arpaiaUn brillante romanzo che avrebbe potuto intitolarsi anche "La musica delle stringhe" o "L'armonia dell'universo", perché Bruno Arpaia, abile e valente narratore, noto per aver scritto alcuni dei più interessanti romanzi pubblicati in Italia negli ultimi tempi, tra cui "L'angelo della storia" e "Il passato davanti a noi", in quest'ultimo elaborato dirige la sua attenzione, concentra il suo spirito critico, le sue notevoli capacità di ricercatore, sul mondo delle scienze e della fisica in particolare, quella moderna, quella delle particelle e della meccanica quantistica. Lo fa ambientando un racconto tra i ricercatori del Cern di Ginevra, l'istituto europeo per la ricerca nucleare, dove nel settembre 2008 è entrato in funzione l'ormai mitico LHC, il più imponente acceleratore di particelle del mondo. Secondo, infatti, la complessa e ormai famosa "teoria delle stringhe" - una delle ipotesi più accreditate che gli scienziati hanno concepito per tentare di mettere d'accordo la meccanica quantistica, che, per mezzo del suo fondamentale principio di indeterminazione, in qualche modo su scale piccolissime annullerebbe o renderebbe molto debole la forza gravitazionale, e la teoria della relatività einsteiniana, fondata invece sull'esistenza e l'essenzialità della gravità - le proprietà delle particelle non sarebbero altro che la musica prodotta dalla vibrazione di primarie stringhe infinitesime, a cui sarebbero indissolubilmente legate.

Un concetto suggestivo (per altro ancora tutto da verificare), che non vogliamo troppo approfondire, perché davvero lontanissimi dalle necessarie competenze, che ci rimanda ad un'antica idea di musica cosmica, "celeste", ostinata e sottostante, che costituirebbe la materia, il mondo, fin dalle fondamenta. Una realtà plasmata prima di tutto dalla musica, che in questo modo acquisterebbe una radiosa valenza cosmogonica. Un'immagine affascinante che (chissà...!) potrebbe anche spiegare definitivamente perché gli esseri umani siano l'unica specie sulla terra a dedicarsi ad un'attività apparentemente inutile, superflua, non necessaria alla stringente sopravvivenza, quale appunto il fare musica.

Ecco accennata in poche e farraginose righe una delle molte suggestioni offerte da questo appassionante "L'energia del vuoto", così intitolato, perché in effetti, se un atomo fosse grande come una città, il suo nucleo corrisponderebbe più o meno alle dimensioni di un pallone. Un romanzo avvincente e illuminante, pur non primeggiando sul piano narrativo, perché la storia in sé, con il suo intrigante e avventuroso risvolto spionistico, risulta debole e poco convincente. Un limite che, però, non intacca la forza letteraria del volume, che risiede in uno stile limpido e fluente, in una efficace caratterizzazione dei personaggi, nel valore intrinseco della narrazione, e in entusiasmanti ed agili pagine di divulgazione scientifica. Un libro che proprio per questo dovrebbe essere diffuso e letto nelle scuole, perché gli studenti si appassionerebbero, in un lampo e al contempo, di letteratura e scienza, dei processi cognitivi e della loro ricostruzione. Un modo per favorire la tanto sospirata interdisciplinarietà, elemento mancante nella cultura del nostro paese. (Marco Maiocco)

 

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