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Miscellanea Articoli miscellanea Qualche volta i sogni si avverano
 

Qualche volta i sogni si avverano Hot

Image3 febbraio 1974, il giorno del mio diciannovesimo compleanno lo ricordo perfettamente: vado in edicola e vedo l’ultimo numero di “Pop Records”. Lo sfoglio avidamente e a un certo punto trovo un articolo sui Genesis. La firma: Massimo Poggini di Chiavari. Non volevo crederci, sono andato in giro tutto il giorno a farlo vedere ai miei amici: più che il nome, a convincerli che quell’articolo l’avessi scritto io era la specifica “di Chiavari”. Di Massino Poggini magari potevano essercene altri, ma “di Chiavari” no. Dovevo essere io per forza.
Quello era l’anno del diploma e ancora non avevo deciso cosa avrei fatto da grande. Lo decisi osservando compiaciuto le facce dei miei amici: da grande avrei fatto il giornalista, vuoi mettere la soddisfazione di vedere il proprio nome stampato su un giornale! Così presi il treno per andare a Genova a trovare quelli di “Pop Records”, la cui sede era il Disco Club di via San Vincenzo, proprio di fronte alla stazione Brignole. Entrai col giornale aperto sulla pagina dove c’era l’articolo sui Genesis e a qualcuno, non ricordo chi, dissi timidamente: “Questo l’ho scritto io, mi piacerebbe scriverne altri”. Non mi presero per matto, però specificarono subito: “Guarda che noi non paghiamo nessuno, tutt’al più ogni tanto possiamo darti qualche disco”. Ma chi ci pensava ai soldi, io volevo solo vedere il mio nome un’altra volta sul giornale!
Comunque è iniziata così. C’era una bella atmosfera, eravamo tutti intorno ai vent’anni con una gran voglia di fare. Qualche piccola soddisfazione me le sono tolta. Come quella volta che vado di pomeriggio al teatro Alcione a intervistare Angelo Branduardi. Dovete sapere che tra noi c’era una certa somiglianza, avevo un cespuglio di capelli ricci esattamente come lui. Fatto sta che quando me ne vado passando dall’uscita di servizio, davanti ci sono alcuni ragazzi che aspettano. Qualcuno mi chiede l’autografo, ovviamente pensando che fossi lui. Dico che sì, in effetti un po’ ci somigliamo, ma non sono Branduardi. Si convincono quasi tutti, ma uno proprio non ci crede e mentre mi allontano sento che urla: “Sei proprio uno stronzo, non comprerò mai più i tuoi dischi!”.
Sono passati più di 35 anni dal primo articolo scritto per “Pop Records”. La notizia è che ce l’ho fatta a fare il giornalista: qualche tempo dopo ho iniziato a collaborare con vari quotidiani locali, poi ho iniziato a scrivere su “Ciao 2001”. Nel 1979 sono stato assunto da “Boy Music” e dal 1984, cioè da quando è nato, sono a “Max”. Nel frattempo ho pure scritto diversi libri che mi ha regalato grandi soddisfazioni, in particolare “Vasco Rossi, una vita spericolata”, uscito in prima edizione nel 1985 e ripubblicato l’anno scorso dalla Rizzoli. Sempre per Rizzoli, il prossimo 20 maggio uscirà “Liga. La biografia”… Questo per dire che qualche volta i sogni si avverano, magari grazie a un “giornalino” (uso questo termine con affetto infinito) chiamato “Pop Records”. (Massimo Poggini)

 

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