Stampa
PDF
 
Miscellanea Articoli miscellanea LUCA DE GENNARO – E tutto il mondo fuori (Oscar Mondadori - 8,40 € - 2005)
 

LUCA DE GENNARO – E tutto il mondo fuori (Oscar Mondadori - 8,40 € - 2005) Hot

 

Image“Esistono due generi di musica: quella bella e quella brutta. Io suono quella bella”. E così, deciso a suonare solo “bella musica”, nell’estate del 2004 Luca De Gennaro ha fatto i bagagli: “due giradischi, un mixer, una valigia piena di dischi e un’altra piena di passioni”. Tutto quello che gli serviva per iniziare il suo viaggio accanto a un mito vivente della musica italiana: Vasco Rossi. Perché per mesi è stato proprio Luca ad aprire i concerti del leggendario Vasco negli stadi italiani con i suoi dj set."
Così recita l’introduzione al bel libro di De Gennaro, nato a Torino nel 1959, ma a lungo residente nella nostra riviera e, nei primi anni settanta, assiduo cliente del negozio, uno dei più giovani, conosciuto da tutti per la sua esuberanza, simpatia e per i lunghi capelli biondi (unica qualità persa nel corso degli anni).
Ci fa piacere vedere che anche lui non si è dimenticato di noi e che tra i tanti episodi raccontati nel libro (con la scusa del tour ci sono lunghe divagazioni che riguardano altri concerti, visti negli anni giovanili), uno riguarda proprio Disco Club: lo riportiamo di seguito.

“Per la verità, per quanto mi riguarda, sono una trentina gli anni passati da quando ho cominciato a comprare i primi dischi. E da ragazzino si può dire che non mi comprassi nient’altro: non mi interessava avere i jeans alla moda, gli occhiali Ray Ban o la moto, investivo tutta la paghetta mensile in dischi, il che in realtà significava un disco al mese, un disco sofferto e conquistato attraverso un rituale complesso ma appagante.
Per comprare l’agognato disco mensile si faceva l’autostop, o si prendeva il treno, dal paesino dove abitavo fino a Genova. Lì c’era, e c’è ancora, un negozio che, per noi, non era un posto qualsiasi.
Image
1965: Disco Club era già aperto
Il Disco Club, sotto i portici vicino alla stazione, era una specie di Paradiso davanti al quale si trascorrevano interi pomeriggi a chiacchierare di musica, appollaiati sui motorini o seduti sul muretto, a guardare la vetrina sbavando per tutte le meraviglie di importazione che vi erano esposte, e poi si entrava in quei meravigliosi loculi dove potevi ascoltare in cuffia i dischi. E alla fine di tutto ciò la scelta cadeva su un disco. Uno solo. Le tasche non concedevano di più. E quello lì, quel disco così difficilmente conquistato, era comunque qualcosa di speciale. Era un mio valore, un oggetto pieno di arte che trasmetteva una netta sensazione di fedeltà reciproca. Comprando i dischi io giuravo loro che sarebbero stati sempre con me, e loro mi dicevano che non mi avrebbero mai abbandonato, che le note incise lì dentro sarebbero state con me tutta la vita, nella buona e nella cattiva sorte. Per questo non era concesso sbagliare. Anche perché una volta tornato a casa quella era la musica che mi avrebbe accompagnato per tutti i trenta giorni successivi, fino al prossimo pomeriggio davanti al Disco Club.”
Ecco, Luca ha centrato il problema principale dell’industria discografica attuale: per i ragazzi di trent’anni fa i lp erano cari tanto quanto i cd per quelli di oggi; la differenza è che allora la musica era l’interesse principale, quello per il quale si era disposti a fare sacrifici, e, soprattutto, la colonna sonora che ti avrebbe accompagnato per mesi e, in molti casi, anni e non, come succede troppo spesso oggi, buttato nel cestino (ovviamente del computer) dopo pochi ascolti.
Grazie Luca. (Giancarlo Balduzzi)
{mos_sb_discuss:6}

Image Gallery

Recensione Utenti

Nessuna opinione inserita ancora. Scrivi tu la prima!

Voti (il piu' alto e' il migliore)
Giudizio complessivo*
Commenti
    Per favore inserisci il codice di sicurezza.
 
 
Powered by JReviews

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

Login